giovedì 25 novembre 2010

Una puntata di Matrix vista da strafatto

Il conduttore di Matrix ha un sorriso beffardo scavato in faccia, e la prima metà della trasmissione se ne va cos=, con te che pensi: "Come faccio a lévarglielo?" E non senti altro che dong dong dong che è il rumore che fa lo scalpello sul suo faccione di marmo.
Poi arriva Maroni.
Maroni, sotto il gessato, indossa: pantaloni militari da deserto, anfibi corazzati, cintura con cartuccera e portaborraccia, giubbotto antproiettile in kevlar. Lo vedi che pensa in inglese; pensa, tipo: We must destroy the enemy, oppure Defcon 5, Defcon 5, we don't have any time left.
Lift off!
E vola nello spazio come Mazinga.
Ma con più armi.
La dialettica di Maroni è agghiacciante, perché è un po' come sentire una motofalciatrice corazzata che discute di politica. Una motofalciatrice corazzata tracagnotta, vabè.
Quando finisce la trasmissione sei leghista. Maroni, dolce Maroni, ma la mattina dopo sei di nuovo lucido e la magia finisce.

Voto: 5 / 5

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