mercoledì 24 novembre 2010
Accabadora, di Michela Murgia
La storia sarebbe bella, perfino edificante, e forse è per questo che la Murgia l'ha scritta con uno stile che quando va bene è irritante, quando va male è brutto proprio: perché nessuno si goda il cazzo di libro, nessuno, NESSUNO. NO. Facciamo un esempio: la merda puzza. La Murgia scriverebbe: il prodotto finale del processo di digestione, la materia fecale, trasmette nell'uomo quel senso di nausea e disagio che gli ricorda che tutto, un giorno, avrà termine. Però peggio. Abbandonarsi alla lettura è praticamente impossbile, il disagio è costante, è come guardare un bel film con la pellicola rovinata e due stronzi dietro che parlano ad alta voce di X Factor. Verso la fine spunta un pedofilo, così, dal nulla. Perché il pedofilo, si sa, piace. Tre palle per la Murgia. Voto: 3 / 5
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